La Salsiccia Piccante di Brienza è il risultato di una lavorazione artigianale tradizionale che si tramanda da generazioni. Un salame regionale tipico che si ottiene dai tagli magri della spalla uniti a pancetta di prima scelta che conferisce un'ottima morbidezza...
La Salsiccia Piccante di Brienza è il risultato di una lavorazione artigianale tradizionale che si tramanda da generazioni. Un salame regionale tipico che si ottiene dai tagli magri della spalla uniti a pancetta di prima scelta che conferisce un'ottima morbidezza.
Le carni provengono da allevamenti di filiera certificata 100% italiana. Tutto il processo, a partire dalla produzione dei mangimi senza additivi o sostanze nocive alla salute fino alla trasformazione in salume avviene nella stessa azienda agricola a kilometro zero.
Si tratta di un salume privo di glutine e derivati del latte, contiene peperoncino che gli regala il gusto decisamente saporito e unico. Questo tipo di salsiccia si presta a innumerevoli utilizzi, buona anche da sola a fettine con un po' di pane, sulle bruschette o crostini, è perfetta per l'antipasto, il buffet o una merenda sostanziosa.
Come secondo piatto accompagnata da verdure fresche e cotte e formaggi, il salume esalta i sapori con il suo carattere dominante.
Anche i primi piatti possono essere arricchiti con questo prodotto tipico, aggiunto alla pizza gli dona un sapore piccantino.
I nitriti e nitrati rientrano nella categoria degli additivi alimentari impiegati nelle preparazioni alimentari industriali, con i primi che derivano dall’acido nitroso e i secondi che derivano dall’acido nitrico.
Sono sostanze per natura presenti anche nell’acqua, nelle verdure come bietole, spinaci e rape e in alcuni alimenti animali.
Infatti, l’azoto presente nei nitriti e nitrati è di fondamentale importanza per garantire la sintesi delle proteine vegetali, e quindi per assicurare una rigogliosa crescita dei vegetali. Proprio per questa loro funzione, l’uomo ha iniziato ad introdurre artificialmente tali sostanze all’interno di fertilizzanti, chimici e naturali, per stimolare la fertilità del terreno e la crescita delle coltivazioni.
Solamente in un secondo momento, dal secondo dopoguerra in poi, l’industria alimentare ha sperimentato l’utilizzo dei nitriti e nitrati nella produzione di insaccati, affettati e carni in scatola. Questo è accaduto perché c’era la necessità di trovare una soluzione che garantisse la lunga conservazione delle carni.
Per quanto riguarda le conseguenze che l’assunzione di nitriti e nitrati ha sul corpo umano, queste sono sostanze composte che vengono assorbite rapidamente dall’organismo. In particolare, il nitrato verrà assimilato tramite due processi distinti: una parte verrà rimessa in circolo dalle ghiandole salivari, la restante parte di nitrato verrà riconvertita in nitrito.
È proprio questo processo di conversione da nitrato a nitrito che rende i nostri globuli rossi meno capaci di trasportare l’ossigeno nel corpo. Inoltre, nitrito e nitrato convertito contribuiscono alla formazione delle nitrosammine, alcune delle quali sono considerate cancerogene.
Per questo, nel 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato la carne trasformata e la formazione di nitrosammine ad essa collegata un potenziale fattore di rischio cancerogeno per stomaco ed esofago.